Serena Bortone sfida Rai ed è guerra: provvedimento contro il coraggio?

Pubblicato il 21 Aprile 2024 alle 14:10

L’atto coraggioso di Serena Bortone contro Rai Meloni potrebbe costarle il programma e il posto: i Vertici di Viale Mazzini meditano di farla fuori

Serena Bortone sfida Rai ed è guerra: provvedimento contro il coraggio?

Serena Bortone ha catalizzato l’attenzione con una mossa audace durante la sua trasmissione su Rai3 CheSarà…. Il programma, di solito un punto di riferimento per gli spettatori di nicchia, è stato catapultato al centro del dibattito nazionale dopo che l’intervento programmato di Antonio Scurati è stato improvvisamente bloccato dalla Rai poche ore prima della messa in onda.

Il monologo di Scurati, preparato in vista del 25 aprile, è stato oggetto di censura da parte dell’azienda, scatenando un’ondata di reazioni che si è propagata ben oltre i confini del mondo televisivo. La mossa della Rai ha suscitato indignazione da parte di molti, compresi alcuni dei principali esponenti politici del Paese, che hanno contribuito a trasformare il caso in una questione nazionale.

L’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio ha risposto alle critiche sostenendo di non essere stato informato del blocco dell’intervento di Scurati e ha ammesso che l’azione avrebbe dovuto essere gestita diversamente. Tuttavia, l’AD ha anche difeso l’azienda sottolineando che nessuno ha mai messo in discussione la partecipazione di Scurati al programma.

Le reazioni non si sono fatte attendere con il sindacato dei giornalisti, UsigRai, che ha inviato una lettera a Sergio chiedendo di rivelare chi intende "distruggere la Rai". L’azienda ha risposto negando qualsiasi controllo sull’informazione e affermando il suo impegno per il pluralismo e la libertà di espressione. Affermazione falsa dal momento che la questione della censura sul monologo e Scurati è stata confermata da un documento interno e diffuso in rete nel quale si parla di "motivi editoriali".

Serena Bortone ha deciso di leggere il testo censurato durante la trasmissione, mettendo a rischio la sua posizione in Rai. Nonostante le possibili conseguenze, che potrebbero includere la fine della sua trasmissione e provvedimenti disciplinari, la giornalista sembra aver scelto di restare fedele ai suoi principi. Era giugno 2023 quando nell’ultima puntata di Oggi è un Altro Giorno su Rai1 (chiuso per fare spazio a Caterina Balivo) disse: "Siate liberi, siate autentici. A qualsiasi prezzo".

La sua azione ha suscitato ampio sostegno da parte del pubblico e potrebbe, paradossalmente, rafforzare la sua posizione in tv. La sua audacia, che l’ha spinta a non lasciarsi intimorire da possibili conseguenze per essersi schierata contro Rai Meloni, ha messo in luce la tensione tra la libertà di espressione e il controllo dell’informazione, ponendo domande importanti sul ruolo e la responsabilità dei media nel contesto attuale. Nel frattempo i giornalisti sono pronti a dichiarare uno sciopero di cinque giorni. In tutti i notiziari del servizio pubblico domenica 21 aprile 2024 stanno leggendo la seguente nota firmato dal sindacato UsigRai:

"Il controllo dei vertici della Rai sull’informazione del servizio pubblico si fa ogni giorno più asfissiante. Dopo aver svuotato della loro identità due canali, ora i dirigenti nominati dal Governo intervengono bloccando anche ospiti non graditi, come Antonio Scurati a cui era stato affidato un monologo sul 25 aprile, in una rete, Rai3, ormai stravolta nel palinsesto e irriconoscibile per i telespettatori. La stessa azienda che ha speso 6 milioni di euro per il programma Avanti Popolo, ora avanza motivazioni di carattere economico per l’esclusione di Scurati. Motivazioni già smentite dai fatti. Siamo di fronte ad un sistema pervasivo di controllo che viola i principi del lavoro giornalistico. L’assemblea dei Comitati di redazione della Rai mercoledì ha proclamato lo stato di agitazione e approvato 5 giorni di sciopero. Gentili telespettatori, noi ci dissociamo dalle decisioni dell’azienda e lottiamo per un servizio pubblico indipendente, equilibrato e plurale"