Testo monologo Antonio Scurati per il 25 Aprile pubblicato dopo censura Rai

Pubblicato il 20 Aprile 2024 alle 15:30

Ecco il testo completo del monologo di Antonio Scurati sul 25 Aprile dopo la denuncia di Serena Bortone sulla censura Rai per motivi editoriali

Testo monologo Antonio Scurati per il 25 Aprile pubblicato dopo censura Rai

Diffuso il testo e il contenuto del monologo di Antonio Scurati, lo scrittore che doveva essere ospite a CheSarà... stasera su Rai3 ma che è stato censurato dalla Rai. Come è noto, a rendere pubblica la questione è stata Serena Bortone con una denuncia social: avrà delle conseguenze? (QUI tutte le ipotesi). Nel proprio intervento sulla terza rete della Tv di Stato avrebbe parlato principalmente di due eventi storici significativi legati al fascismo in Italia: l’assassinio di Giacomo Matteotti nel 1924 e le stragi nazifasciste perpetrate durante la Seconda Guerra Mondiale.

Matteotti, socialista, fu ucciso dai fascisti per la sua opposizione al regime di Mussolini. Lo scrittore Antonio Scurati ha descritto dettagliatamente il rapimento e l’uccisione di Matteotti come un atto di violenza da parte del regime, evidenzando anche il comportamento cinico di Mussolini che giurò alla vedova di fare tutto il possibile per riportare il marito mentre teneva i documenti insanguinati della vittima nel suo ufficio. Scurati ha fatto menzione alle stragi nazifasciste del 1944 in cui migliaia di civili italiani furono massacrati dalle SS tedesche con i fascisti italiani.

Nel suo monologo stoppato dalla Rai, e che avrebbe enunciato nel programma di Serena Bortone, Antonio Scurati ha espresso preoccupazione per il fatto che, nonostante questi avvenimenti tragici, gli eredi politici del fascismo non sembrano aver completamente rinnegato il passato del regime. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, secondo il giornalista, ha evitato di affrontare il passato neo-fascista durante la campagna elettorale e ha continuato a mantenere una linea ideologica che minimizza o addirittura riscrive la storia del fascismo. Questo atteggiamento impedisce all’Italia di affrontare completamente il passato fascista e di riconoscere l’importanza della Resistenza nella ricostruzione della democrazia italiana. A conclusione, ecco l’importanza della parola antifascismo e la sua mancanza nel discorso della presidente del Consiglio, affermando che finché il governo non riconoscerà apertamente l’antifascismo, il rischio del fascismo continuerà a minacciare la democrazia italiana.

Questo il testo integrale del monologo dello scrittore Antonio Scurati censurato dalla Rai, pubblicato da Repubblica.

"Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sottocasa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro. Mussolini fu immediatamente informato.
Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania. In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.
Queste due concomitanti ricorrenze luttuose - primavera del ’24, primavera del ’44 - proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica - non soltanto alla fine o occasionalmente - un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale - continua lo scrittore - la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola «antifascismo» in occasione del 25 aprile 2023). Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana"
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