Unwanted - Ostaggi del Mare, Marco Palvetti su Nicola: «Si trasformerà»
Intervista esclusiva all’attore Marco Palvetti, attualmente in onda con la miniserie Unwanted - Ostaggi del Mare su Sky: ci sarà una seconda stagione? Cosa ha svelato
Unwanted-Ostaggi del Mare è disponibile sia su Sky Atlantic che su NOW e sta conquistando il pubblico. Iniziata il 3 novembre scorso si concluderà con l’ottavo e ultimo episodio stasera, 24 novembre 2023. Tra i volti che emergono in questa avvincente miniserie spicca quello del talentoso Marco Palvetti che interpreta il carabiniere Nicola, noto anche per il suo ruolo nella serie Gomorra e per le molteplici partecipazioni a progetti televisivi di rilievo. L’attore ha rilasciato un’intervista esclusiva a TvperTutti.it, parlando non solo della fiction di Sky, ma anche de Il Commissario Ricciardi, di se stesso e dei progetti personali che ha in cantiere.
Intervista a Marco Palvetti: tutti i retroscena su Unwanted, Commissario Ricciardi e altri progetti
Benvenuto a TvperTutti, Marco Palvetti. Il 2023 ti ha visto protagonista in tv sia con Il Commissario Ricciardi che nella miniserie attualmente in onda su Sky Unwanted – Ostaggi del Mare. Una serie, quest’ultima, che ti ha portato a lavorare con un cast variegato, composto da una moltitudine di lingue e dialetti. Come è stato lavorare a questo progetto?
«Questo è stato un progetto importante per me perché mi ha dato modo di conoscere delle realtà internazionali, ancora di più di rafforzare il mio pensiero e cioè la voglia e la necessità di essere internazionale in ciò che facciamo, che per me significa appunto avere la possibilità di lasciare che il pubblico possa fruire di tutte le caratteristiche che un attore può mettere in scena. Chiaramente si parla anche di alcuni fattori tecnici che possono essere legati alla conoscenza di una lingua, una cultura e quant’altro. Pertanto è stata un’esperienza molto importante che mi ha permesso di conoscere anche delle persone meravigliose, dei colleghi meravigliosi, che li porterò dentro di me e che mi hanno tanto stimolato».
Cosa pensi del tuo personaggio Nicola? Interagendo con i migranti, prima o poi, cambierà idea nei loro confronti?
«Nicola è un carabiniere, pertanto conosce molto bene le dinamiche della strada. Tutto ciò che ci sembra una forma di preconcetto, una forma di pregiudizio, alla fine è legato a quella velocità di risolvere dei problemi della strada e a quella velocità dalle routine del nostro quotidiano e di quanto siano legati a determinate forme e a determinate cose che i nostri lavori ci condizionano a pensare. Avrà assolutamente una trasformazione, evidentemente già cominciata, e lo porterà a riflettere su alcune cose molto importanti. È un viaggio questo, oltre che un viaggio fisico è anche un viaggio mentale, è un viaggio attraverso le proprie emozioni».
Hai preso parte a tantissimi programmi tv, tipo La Squadra, Gomorra, I Medici, Il commissario Ricciardi. Tra tutti i personaggi che hai interpretato, qual è quello che hai stimato maggiormente e qual è quello che hai disprezzato?
«Normalmente un attore non deve mai giudicare il proprio personaggio ma deve essere sempre dalla parte del proprio personaggio per esprimere quello che poi va a rappresentare, questo nell’atto ’creativo’. Dal punto di vista dell’attore che diventa occhio esterno, che osserva se stesso, oppure che va a giudicare un personaggio oppure il proprio lavoro, ci possono essere delle differenze. È chiaro che poi non esistono personaggi uguali, non esistono essere umani uguali, quindi attori uguali ai personaggi ma normalmente non riesco mai a disprezzarli neppure umanamente perché poi, quando sono bene interpretati, i personaggi riportano sempre umanità molto profonda. Quindi stimo e ringrazio i miei personaggi anche perché mi danno sempre la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo rispetto a me e mi danno la possibilità di donare loro qualcosa di mio, quindi è uno scambio costante non riesco a disprezzare dei personaggi. Ci possono essere dei personaggi che mi hanno dato delle emozioni importanti, emozioni molto molto forti... Cerco di essere estremamente onesto nel lavoro che faccio».
Tornerai per la terza stagione de Il Commissario Ricciardi? Se sì, cosa dobbiamo aspettarci nelle nuove puntate?
«Per quanto riguarda il personaggio di Falco, non so che cosa aspettarmi perché le possibilità sono tante. Sicuramente spero che ci sarà ancora di più la possibilità di sfruttare un personaggio che ha già avuto una sua buonissima evoluzione dalla prima alla seconda stagione, insomma, che potrà avere la possibilità ancora di raccontarci tanto della sua vita, della sua interiorità, del suo modo di amare, del nostro modo di essere quello che poi è».
E per quanto riguarda Unwanted, ci sarà un’altra stagione oppure si tratta di una miniserie conclusiva?
«È una storia, come è stato già detto dai vertici della serie, ad oggi finita. Cioè, finisce così. Poi siamo anche in un momento storico in cui le cose possono cambiare, non è certo ma è abbastanza sicuro che questa sia una seria unica. Una storia che dovrà terminare in questo modo».
A parte la tv, hai altri progetti in cantiere?
«Al di là del lavoro, credo che la cosa principale sia prendersi cura di sé. Per me prendersi cura di sé significa cercare di stabilire un rapporto e una serenità tra la mente e il corpo. Per me prendersi cura di sé significa studiare essere sempre pronti, essere curiosi ad avere uno sguardo sul mondo, questo è importante. Essere pronti in qualche modo tra il corpo e la mente. Amo lo studio delle lingue quindi porto avanti questo studio; mi dà la possibilità di comunicare ed è una chiave importante. Amo lo sport, amo sentire il mio corpo, amo la natura queste sono le cose che credo facciano parte della vita di tutti e quindi sicuramente questi sono dei progetti di prendersi e darsi sempre il massimo per cercare di crescere».
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