Sciopero Rai al via contro la censura: quali programmi rischiano di saltare

Pubblicato il 5 Maggio 2024 alle 11:39

Botta e risposta tra l’azienda di Viale Mazzini e il sindacato dei giornalisti: proclamato lo stato di agitazione e lo sciopero per almeno 24 ore in Rai. Quali programmi potrebbero subire variazioni

Sciopero Rai al via contro la censura: quali programmi rischiano di saltare

Dalle 5:30 di lunedì 6 maggio alle 5.30 di martedì 7:00, salvo proroghe, è in programma uno sciopero di 24 ore dei giornalisti Rai. Tuttavia, non aderiranno i giornalisti del Giornale Radio Rai, che hanno già scioperato sabato 27 aprile contro l’accorpamento del Gr Sport con Rai Sport e di Gr Parlamento con Rai Parlamento. Le ragioni di questa protesta sono molteplici e vanno dalle questioni organizzative alle pressioni politiche. Secondo quanto riportato dall’UsigRai in una nota, il sindacato dei giornalisti di Viale Mazzini denuncia «il controllo asfissiante sul lavoro giornalistico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo». Inoltre, si lamentano la mancanza di un progetto per l’informazione della Rai nel piano industriale, le carenze di personale in tutte le redazioni, il rifiuto dell’azienda ad una selezione pubblica per giornalisti, la mancata sostituzione delle maternità, la disdetta dell’accordo sul premio di risultato senza una reale disponibilità alla trattativa e la mancata stabilizzazione dei colleghi precari. Nel comunicato viene riportato anche il caso di censura Rai nei confronti del monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati.

Per illustrare dettagliatamente le motivazioni dello sciopero, l’UsigRai ha organizzato un incontro alle 11:00 del 6 maggio presso l’Associazione della Stampa estera in Italia a Roma. All’evento interverranno la conduttrice di Chesarà su Rai3 Serena Bortone, il presidente della Fnsi Vittorio di Trapani, il segretario Usigrai Daniele Macheda e il conduttore di Report Sigfrido Ranucci, sotto la moderazione della giornalista tedesca Constanze Reuscher.

Quali programmi potrebbero saltare? Innanzitutto partiamo dai telegiornali che, con molta probabilità, andranno in onda in formato ridotto. A rischio anche trasmissioni come TGUnoMattina, UnoMattina, Storie Italiane e La Vita in Diretta che prevedono collegamenti con inviati giornalisti che presumibilmente saranno in sciopero. Vedremo come si evolverà la situazione nelle prossime ore.

Rai contro lo sciopero indetto dal sindacato dei giornalisti: la nota

Di seguito il comunicato stampa della Rai: "La decisione del sindacato Usigrai di scioperare su motivazioni che nulla hanno a che vedere con i diritti dei lavoratori si inquadra in motivazioni ideologiche e politiche. L’attuale governance della Rai sta lavorando per trasformare il servizio pubblico in una moderna Digital Media Company. Un lavoro complesso che ha trovato attuazione in un coraggioso piano industriale votato dal Consiglio di Amministrazione della Rai e oggi in via di realizzazione dall’intera azienda. I giornalisti che lavorano nelle testate della Rai rappresentano una risorsa fondamentale nell’espletamento del lavoro di informazione e approfondimento che è alla base dell’esistenza del Servizio Pubblico. Per questo si sta lavorando a un nuovo modello in linea con le nuove sfide del giornalismo e che non mette in discussione diritti acquisiti né posti di lavoro.”

Nel merito delle contestazioni Usigrai: “Alcuna censura o bavaglio è stato messo sull’informazione e si invita l’Usigrai a cessare di promuovere fake news che generano danno all’immagine dell’azienda. L’azienda ha proceduto all’adeguamento del sistema premiante dei giornalisti a quello di tutti gli altri dipendenti. L’impossibilità nell’attuale quadro economico di aprire nuovi concorsi pubblici per nuove assunzioni giornalistiche a fronte di un organico di oltre 2.000 unità mentre si rendono invece necessari processi di ottimizzazione che consentano di valorizzare l’organico esistente. In questa direzione vanno le razionalizzazioni approvate dal Cda Rai. Lo sciopero del sindacato Usigrai a un mese dalle elezioni europee oltre a impoverire l’offerta informativa, espone il servizio pubblico a strumentalizzazioni politiche, privando i cittadini del fondamentale diritto all’informazione, caposaldo della democrazia”.