Rosa e Olindo Strage di Erba è anche caso tv: programmi speciali

Pubblicato il 1 Marzo 2024 alle 12:00

La strage di Erba divide i programmi tv: Olindo e Rosa per Quarto Grado sono colpevoli, per Un Giorno in Pretura e Le Iene sono innocenti. Gli speciali tv stasera nel giorno della revisione del processo

Rosa e Olindo Strage di Erba è anche caso tv: programmi speciali

Oggi, venerdì 1° marzo, il tribunale di Brescia si trova al centro dell’attenzione a causa del caso di Erba, che torna a dominare la cronaca nera. La questione riguarda la possibile apertura di un nuovo processo per Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati all’ergastolo nel 2010 per l’omicidio di quattro persone. A distanza di più di un decennio saranno ripercorsi i fatti e gli sviluppi processuali, analizzando i dubbi e le certezze emersi nel corso del tempo. Da una parte si mettono in luce i punti controversi che hanno portato alla richiesta di revisione del processo, dall’altra si sottolineano le confessioni dettagliate rilasciate dagli imputati agli inquirenti.

Olindo e Rosa e la strage di Erba sono diventati anche un caso televisivo con punti di vista contrastanti. Idee diverse in casa Mediaset dove la tensione è sempre stata altissima tra Le Iene e Quarto Grado. I programmi da sempre si occupano della vicenda con punti di vista differenti. Mentre il programma di Italia 1 sostiene l’innocenza dei due, la trasmissione di Rete 4 è invece sicuro della loro colpevolezza. Inoltre Gianluigi Nuzzi avrebbe accusato addirittura Le Iene di utilizzare metodi discutibili e poco giornalistici.

Il dibattito è ancora aperto: Rosa Bazzi e Olindo Romano sono stati indotti a confessare l’omicidio alla luce di prove poco chiare o comunque costruite ad hoc giocando con manipolazioni mentali? In letteratura, sono presenti molte ricerche di errori giudiziari: in genere, persone innocenti sottoposte a interrogatorio finiscono per fare ammissione della propria colpevolezza, esauste dalle domande incalzanti delle autorità.

Quarto Grado e Un Giorno in Pretura, Rosa e Olindo colpevoli e innocenti: le due posizioni

La serata televisiva tornerà ad occuparsi del caso con Quarto Grado in prima serata su Rete 4. Eccezionalmente, andrà in onda uno speciale di Un Giorno in Pretura su Rai3, lo storico programma criminologico e documentaristico ideato e condotto da Roberta Petrelluzzi. La trasmissione, terza più longeva del terzo canale del servizio pubblico radiotelevisivo dopo TG3 E Geo, trasmetterà uno speciale dal titolo «Rosa e Olindo, l’ultima sentenza», in cui verranno sottolineati i punti più controversi che sono alla base della richiesta di revisione. Nel corso degli anni, sulla condanna all’ergastolo di Rosa Bazzi e Olindo Romano si sono scatenate molte polemiche, tese a dimostrare che la coppia era vittima del più grosso clamoroso errore giudiziario della storia criminale italiana.

La Strage di Erba: la storia di Rosa Bazzi e Olindo Romano

Nel panorama dei crimini più scioccanti e discussi della cronaca italiana, la strage di Erba occupa un posto di rilievo, sia per la violenza degli atti compiuti che per le complesse dinamiche che ne hanno segnato lo svolgimento e la risoluzione processuale. L’11 dicembre 2006 in una palazzina di Erba, provincia di Como, si consumò un massacro: quattro persone, tra cui una madre e il suo bambino di soli tre anni, furono vittime di una aggressione a colpi di coltello. Le vittime di questo tragico evento furono Raffaella Castagna, 30 anni, il piccolo Youssef, la madre di Raffaella, Paola Galli, 57 anni, e una loro vicina di casa, Valeria Cherubini, 55 anni. Il marito di Valeria, Mario Frigerio, sopravvisse miracolosamente alle ferite riportate durante l’aggressione.

Gli autori di questa barbarie, identificati come Olindo Romano e Rosa Bazzi, entrambi inquilini della stessa palazzina, furono arrestati e processati per omicidio plurimo. Le indagini condotte dalle autorità competenti rivelarono una serie di dispute e conflitti tra le due famiglie, principalmente legati a questioni condominiali e di convivenza. Durante il processo, le confessioni dettagliate rilasciate dagli imputati agli investigatori rappresentarono elementi cruciali per la loro condanna all’ergastolo. Nel corso degli anni, però, diversi dubbi emersero riguardo alla solidità delle prove e alla veridicità delle dichiarazioni fornite.