Morto Totò Schillaci: causa del decesso, malattia e addio della famiglia
Dopo una lunga battaglia contro una terribile malattia, Salvatore Schillaci è morto mercoledì 18 settembre 2024: le ultime ore drammatiche in ospedale
Il mondo del calcio piange Totò Schillaci morto, l’indimenticabile protagonista di Italia ’90. 59 anni, è deceduto dopo un difficile ricovero presso il reparto di Pneumologia dell’ospedale Civico di Palermo, dove si trovava dal 7 settembre scorso a causa di un tumore al colon. Dopo alcuni giorni di apparente miglioramento, con una riduzione del supporto di ossigeno necessario per respirare, le sue condizioni sono nuovamente precipitate, culminando in un peggioramento irreversibile nelle ultime 24 ore. Un bollettino medico diffuso poche ore prima della sua morte descriveva un quadro clinico delicato, con un sostegno farmacologico e strumentale delle funzioni vitali per cercare di mantenere una situazione stazionaria.
La lotta di Schillaci contro il tumore: Un dramma silenzioso
Salvatore Schillaci, noto a tutti come Totò, ha combattuto una lunga battaglia contro il cancro. Una lotta che, purtroppo, non è riuscito a vincere. Ricoverato già nel gennaio 2023 presso la clinica oncologica La Maddalena di Palermo, dove si trovava per i suoi controlli quando fu arrestato il boss Matteo Messina Denaro, Schillaci aveva raccontato con grande umanità quel momento surreale. Da sempre legato alla sua Palermo, l’ex attaccante ha dimostrato fino all’ultimo un coraggio degno del campione che tutti ricordiamo.
Nonostante il grave peggioramento delle sue condizioni, Schillaci è rimasto circondato dall’affetto dei familiari e assistito con cure palliative, un aspetto che ci ricorda la fragilità della vita anche per coloro che, agli occhi del pubblico, appaiono invincibili. La sua morte ha scosso non solo il mondo del calcio, ma anche chi lo ha amato per il suo spirito combattivo e la sua genuina umanità.
Carriera di Totò Schillaci: dalle strade di Palermo ai Mondiali
Totò Schillaci ha segnato una delle pagine più emozionanti del calcio italiano. Nato e cresciuto nel quartiere di San Giovanni Apostolo a Palermo, l’ex calciatore ha iniziato la sua carriera calcistica con la squadra locale, fino a essere notato dal Messina nel 1982. Con i siciliani si è messo in luce, segnando 11 gol nella stagione 1985-86, contribuendo alla promozione in Serie B. L’abilità sotto porta e la sua determinazione catturarono l’attenzione della Juventus, dove esplose definitivamente.
Il punto più alto della sua carriera rimane indubbiamente il Mondiale del 1990, dove con sei gol guidò l’Italia fino alle semifinali, conquistando il titolo di capocannoniere del torneo e diventando un eroe nazionale. La sua esplosione in quel torneo, pur breve, gli valse un posto indelebile nella memoria collettiva degli italiani. Le sue prodezze in campo, unite alla sua umiltà e alla sua origine modesta, lo hanno reso un simbolo di riscatto sociale e sportivo.
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