Monica Setta esausta per imitazione a GialappaShow: «Diffamazione e minaccia»
Monica Setta contro Giulia Vecchio e GialappaShow per la sua caricatura: esposto al Codacons e silenzio rotto

Monica Setta è nera per imitazione di Giulia Vecchio a GialappaShow: le ultime reazioni
Difficile non accorgersene: Monica Setta è furiosa. Dopo l’intervista concessa a Vanity Fair, la conduttrice Rai ha sollevato un vero e proprio polverone mediatico contro la sua imitazione a GialappaShow , arrivando ad associare direttamente la parodia al moltiplicarsi di minacce e insulti ricevuti. In particolare, Monica Setta ha denunciato di aver letto messaggi carichi di odio, compresi inquietanti auguri di morte, e per questo ha sporto un esposto presso la squadra mobile della Questura di Roma. Secondo lei, la versione caricaturale proposta da Giulia Vecchio avrebbe travisato completamente la sua figura, restituendo un’immagine grottesca e offensiva, ben lontana dalla realtà.
Imitazione di Monica Setta tra satira e offesa: dove finisce l’ironia?
Nel cuore della polemica c’è una domanda tutt’altro che banale: quando la satira supera il limite del lecito? Monica Setta ha affermato con convinzione che l’imitazione l’avrebbe resa "un mostro" , con tratti fisici esasperati e atteggiamenti ridicoli, come l’uso esagerato dei piedi o l’impiego di parole che, sostiene, non le appartengano affatto. È in questo contesto che, pur riconoscendo alla satira il diritto di provocare e far riflettere, la giornalista ha criticato aspramente la scelta di puntare tutto su aspetti fisici e non sul contenuto professionale. L’attacco si è poi esteso anche ai Gialappi, con una richiesta formale al Codacons e una raffica di tweet dove accusa apertamente la trasmissione di aver fomentato l’odio sui social.
Monica Setta contro imitazione GialappaShow: reazione sproporzionata?
La questione resta delicata. Se da un lato non si può ignorare la violenza verbale che può scaturire anche da uno sketch comico, dall’altro la reazione di Monica Setta (di recente operata d’urgenza) sembra aver alimentato ulteriormente i riflettori sul caso, perdendo forse un’occasione per giocare d’anticipo con autoironia. In un’epoca dove anche le più illustri personalità sono imitate con tratti iperbolici (basti pensare alle imitazioni di Maria De Filippi trasformata in rottweiler) forse cavalcare l’onda satirica avrebbe potuto giovare all’immagine della conduttrice. Invece, si è scelta la via dello scontro, a suon di tweet, esposti e attacchi frontali, rischiando di confondere la parodia con la persecuzione. Era davvero l’unica strada possibile?
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